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Esecuzioni immobiliari, le stime con gli Ivs migliorano tempi e prezzi.

Un prezzo medio di aggiudicazione pari al 42% del valore periziato dal consulente tecnico d’ufficio (c.t.u.), che scende a un misero 36,5% quando il professionista ha usato un procedimento di stima sommario e sale al 58,6% quando si è avvalso degli standard di valutazione internazionali (International Valuation Standards: IVS).

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Immobili, finalmente anche in Italia c’è il portale delle aste giudiziarie. Ma costa troppo e lo conoscono in pochi

Il portale nazionale delle aste giudiziarie immobiliari è online da poche settimane, ma già gli addetti ai lavori storcono il naso. Con questa struttura dell’impianto della pubblicità delle aste non si va da nessuna parte, anzi si duplicano soltanto i costi per le procedure.

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Solo un immigrato su cinque ha una casa di proprietà

Sono oltre cinque milioni gli stranieri regolarmente residenti in Italia secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2016, lo 0,2% in più rispetto all’anno precedente, circa il 46 per cento in più rispetto al 2008. Per molti la casa, insieme al lavoro, rappresenta l’obiettivo principale da conseguire per poter restare nel Paese.

 

Secondo Scenari Immobiliari, la condizione abitativa degli immigrati, il 64,7% vive in affitto, mentre l’8,9% abita presso il luogo di lavoro e il 7,3% alloggia presso parenti o altri connazionali. Il 19,1% vive in una casa di proprietà.

 

Ottocentomila acquisti in dieci anni

Negli ultimi dieci anni sono stati circa 800mila gli acquisti di abitazione che hanno avuto come compratore un lavoratore straniero immigrato, ma con trend calante a partire dal 2009. Solo a partire dal 2016 si è registrano un ritorno in campo positivo delle transazioni, in sintonia con l’andamento del mercato residenziale italiano. Le famiglie straniere rappresentano una realtà sempre più consolidata nel mercato residenziale italiano.

 

In base alle stime a fine anno, le compravendite nel 2017 dovrebbero continuare il trend positivo, arrivando a 45mila transazioni, cioè il 7,1 per cento in più rispetto al 2016 e un fatturato di quattro miliardi di euro che segna un incremento dell’8,1 per cento. La quota del comparto sul residenziale totale italiano dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile.

 

I protagonisti assoluti degli acquisti sono i lavoratori immigrati di lunga residenza, con alle spalle almeno una decina d’anni di soggiorno in Italia e una situazione lavorativa stabile già da qualche anno, che permetta loro di accedere ad una forma di finanziamento ed abbandonare la precarietà dell’affitto.

 

In testa i cittadini dell’Europa orientale

Oltre la metà degli scambi nel 2016 è stata effettuata da immigrati di provenienza est-europea, il cui ruolo crescente sul mercato degli acquisti è sostenuto dalla crescente integrazione di queste nazionalità. Seguono gli asiatici dell’area indiana (India e Pakistan), che ricoprono il 13,1% degli scambi, mentre i cinesi si aggiudicano il terzo posto con il 12,9%. In calo la quota di abitazioni acquistate da cittadini immigrati dai Paesi del nord Africa, che dal quattordici per cento del 2006 scendono ad appena il cinque per cento del 2016. Vista la composizione dei flussi migratori degli ultimi anni si può stimare un aumento della quota di acquisti da parte degli immigrati provenienti dall’Europa orientale, che salirà quasi ai due terzi del totale.

 

Soluzione in condominio

Le case acquistate sono nell’87% dei casi appartamenti in condominio in contesti residenziali di tipo economico, con uno stato di conservazione discreto, specie quando si parla di acquisto di prima casa, mentre la qualità dell’immobile migliora in caso di sostituzione. La forbice dei prezzi va da 75mila a 130mila euro. I tagli più frequenti sono i bilocali e i trilocali, con prevalenza, negli ultimi due anni, dei primi sui secondi.

 

Continua ad esserci una buona domanda per case di dimensione compresa fra 75 e 100 metri quadrati, ma soltanto un acquisto su cinque rientra in questa fascia. La superficie media acquistata, a livello nazionale, è passata da 46 metri quadrati nel 2012 a 49 metri quadrati nel 2016.

 

Gli acquisti sono localizzati prevalentemente fuori dalle città (55,3 per cento), secondo un trend che si è consolidato dal 2006 coinvolgendo anche i comuni più periferici, caratterizzati da un’offerta di usato più abbondante e a basso costo. Per quando riguarda i comuni capoluogo di provincia, si nota che dal 2011 si sta uscendo da una situazione di “ghettizzazione” precedentemente diffusasi soprattutto nelle grandi metropoli. Anche se si continuano a preferire le periferie, una quota crescente di immigrati orienta la scelta della localizzazione dell’immobile verso il centro cittadino. Meno gettonate le zone intermedie.

 

Relativamente alla distribuzione sul territorio nazionale, al nord è localizzato il 71 per cento degli acquisti (in testa la Lombardia, che ricopre quasi un quinto del mercato), al centro il 25 per cento, mentre soltanto il quattro per cento è localizzato al sud e nelle isole.

Le dieci province dove si concentra il maggior numero di acquisti sono Milano, Roma, Bari, Torino, Prato, Brescia, Cremona, Vicenza, Ragusa, Modena e Treviso.

 

 

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Immobili, compravendite in crescita nel 2° trimestre

Tornano ad aumentare le compravendite immobiliari nel secondo trimestre 2017. L’Istat rileva una crescita dell’1,8% delle convenzioni notarili (169.527) rispetto al trimestre precedente, quando erano calate del 2,2%. Gli incrementi riguardano le compravendite del settore abitativo (+1,6%) e ancora quelle del comparto economico (+4,5%).

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Boom di alberghi all’asta

Nei primi 6 mesi del 2017, il numero delle strutture turistico-ricettive in vendita forzata in Italia è aumentato del 9%. Le procedure in corso, che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili, sono 237, a fronte delle 217 rilevate all’inizio dell’anno. Lo rivela il rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea.

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Abi: sofferenze nette in calo a 77 miliardi, salgono gli impieghi

È proseguita a maggio la serie positiva di crescita dei prestiti bancari a famiglie e imprese insieme all’ulteriore decremento delle sofferenze nette, che ad aprile si sono fermate a 77,2 miliardi (77,8 a marzo). A questo punto, prima che vengano realizzate le cessioni di Npl annunciate, il rapporto tra Npl netti e gli impieghi totali si è ridotto a 4,42% ad aprile 2017 (era 4,89% a fine 2016).

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Periti giudiziari pagati sul prezzo di vendita

Nessuna marcia indietro del governo sul nuovo sistema di calcolo dei compensi agli esperti nominati dal giudice per valutare il valore di un bene pignorato ai fini della vendita giudiziaria. Continueranno a calcolarsi sul prezzo di vendita del bene (e non più sulla base del valore di stima ).

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